domenica 18 gennaio 2009

L'ONU istituisca un Tribunale Criminale Internazionale(ICTI) contro Israele
Informazioni di base
Tipo: Interessi Comuni - Cause e ideali
Descrizione: Questo gruppo è dedito all'ottenimento di una forte pressione politica ed economica su Israele ed è basato sul fare 3 semplici azioni che richiedono 5 minuti!
Israele è lo stato che ha violato il maggior numero di risoluzioni ONU, ben 72 (aggiornato a settembre 2002)
Chi vuol saperne di più su questo particolare http://www.indicius.it/onu_israele.htm

Ora mi chiedo perchè, se altri paesi violano le risoluzioni ONU, gli si applicano embargo a oltranza fino all'uso della forza mentre verso Israele si fa sempre pecora?

Il premio Nobel per la Pace, Mairead Maguire, ha scritto al Segretario-generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, affinché l'Assemblea generale dell'Onu consideri seriamente la creazione di un Tribunale Criminale internazionale per Israele (ICTI) a seguito delle atrocità israeliane in corso contro il popolo di Gaza e del resto della Palestina.

Il Tribunale Criminale internazionale può essere istituito dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite come "organo sussidiario" in ottemperanza all'art. 22 della Carta dell'Onu.
Lo scopo del Tribunale Criminale sarebbe quello di indagare e perseguire sospetti criminali di guerra israeliani per danni contro il popolo palestinese.

Perchè l'ONU non lo fa? Lascio a voi le conclusioni.
Bene, quello che propongo ai partecipanti di questo gruppo sono 3 semplici cose:

1. Fate da soli l'embargo ad Israele boicottando (non comprando) suoi prodotto, identificabili dal codice a barre che inizia col 729. RICORDATE SEMPRE DI QUESTO ENORME POTERE CHE AVETE! Maggiori info su
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/01/04/boicotta-israele.-no-729

2. Mandare ai seguenti indirizzi di funzionari ed uffici ONUpubboard@un.org
info.ece@unece.org
inquiries@un.org

la seguente email tradotta anche in inglese ed italiano:_______________________________________________

ITALIAN

Membri dell'ONU, datevi una svegliata e, invece che fare timidi appelli al vento, istituite un Tribunale Criminale internazionale contro Israele (ICTI) e cominciate a imporre di fare rispettare le vostre risoluzioni con embargo o altri metodi.
Tutto il mondo spera di vedere presto un ONU forte e credibile!

ENGLISH

Members of UN, wake you up and, instead to just announce shy appeals to the wind, institute an International Crime Tribunal against Israel (ICTI) and start to impose the respect of yours resolutions with embargo or any other way.
All the world hope to see soon a strong and credible UN.

_______________________________________________

Tutto qua, se volete proprio esagerare mandategliela tutti i giorni fino ad esasperarli.

Se trovate altri indirizzi email ONU da aggiungere scrivetemi.

3. Mandate l'invito a questo gruppo a tutti i vostri contatti!!!

NOTA: Questo gruppo non è contro Israele ne contro il popolo israeliano, ma contro una mentalità basata sulla guerra e sul tacito consenso ad essa.

giovedì 15 gennaio 2009

Dalla bacheca di Tiziana Ferrario

Dalla bacheca di Tiziana Ferrario
oggi alle 12.40
Il NYTimes i pubblica un articolo interessante di Rashid Khalidi, professore di studi arabi alla Columbia, autore di “Sowing Crisis: The Cold War and American Dominance in the Middle East”.

* * *

Quello che non sapete su Gaza

di Rashid Khalidi (NYTimes, 7-1-09)

Quasi tutto quello che siete stati portati a credere su Gaza è sbagliato. Alcuni punti essenziali sembrano mancare dal discorso, svoltosi per lo più sulla stampa, circa l’attacco di Israele alla striscia di Gaza.

Il popolo di Gaza
La maggioranza di chi vive a Gaza non è lì per scelta. Un milione e cinquecentomila persone stipate nelle 140 miglia quadrate della striscia di Gaza fanno parte per lo più di famiglie provenienti dai paesi e dai villaggi attorno a Gaza come Ashkelon e Beersheba. Vi furono condotte a Gaza dall’esercito israeliano nel 1948.

L’occupazione
Gli abitanti di Gaza vivono sotto l’occupazione israeliana dall’epoca della Guerra dei sei giorni (1967). Israele è tuttora considerata una forza di occupazione, anche se ha tolto le sue truppe e i suoi coloni dalla striscia nel 2005. Israele controlla ancora l’accesso all’area, l’import e l’export, e i movimenti di persone in ingresso e in uscita. Israele controlla lo spazio aereo e le coste di Gaza, e i suoi militari entrano nell’area a piacere. Come forza di occupazione, Israele ha la responsabilità di garantire il benessere della popolazione civile della striscia di Gaza (Quarta Convenzione di Ginevra).

Il blocco
Il blocco della striscia da parte di Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, si è fatto sempre più serrato da quando Hamas ha vinto le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese nel gennaio 2006. Carburante, elettricità, importazioni, esportazioni e movimento di persone in ingresso e in uscita dalla striscia sono stati lentamente strozzati, causando problemi che minacciano la sopravvivenza (igiene, assistenza medica, approvvigionamento d’acqua e trasporti).

Il blocco ha costretto molti alla disoccupazione, alla povertà e alla malnutrizione. Questo equivale alla punizione collettiva –col tacito appoggio degli Stati Uniti- di una popolazione civile che esercita i suoi diritti democratici.

Il cessate-il-fuoco
Togliere il blocco, insieme con la cessazione del lancio dei razzi, era uno dei punti chiave del cessate-il-fuoco fra Israele e Hamas nel giugno scorso. L’accordo portò a una riduzione dei razzi lanciati dalla striscia: dalle centinaia di maggio e giugno a meno di venti nei quattro mesi successivi (secondo stime del governo israeliano). Il cessate-il-fuoco venne interrotto quando le forze israeliane lanciarono un imponente attacco aereo e terrestre ai primi di novembre; sei soldati di Hamas vennero uccisi.

Crimini di guerra
Colpire civili, sia da parte di Hamas che di Israele, è potenzialmente un crimine di guerra. Ogni vita umana è preziosa. Ma i numeri parlano da soli: circa 700 palestinesi, per la maggior parte civili, sono stati uccisi da quando è esploso il conflitto alla fine dello scorso anno. Per contro, sono stati uccisi 12 israeliani, per la maggior parte soldati. Il negoziato è un modo molto più efficace per affrontare razzi e altre forme di violenza. Questo sarebbe successo se Israele avesse rispettato i termini del cessate-il-fuoco di giugno e tolto il suo blocco dalla striscia di Gaza.

Questa guerra contro la popolazione di Gaza non riguarda in realtà i razzi. Né riguarda il “ristabilire la deterrenza di Israele”, come la stampa israeliana vorrebbe farvi credere. Molto più rivelatrici le parole dette nel 2002 da Moshe Yaalon, allora capo delle Forze di Difesa israeliane:”Occorre far capire ai palestinesi nei recessi più profondi della loro coscienza che sono un popolo sconfitto.”
da New York Times

mercoledì 14 gennaio 2009

Intervista al portavoce di Hamas

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14/01/2009



Intervista del nostro
inviato Christian Elia
al portavoce di Hamas
in Cisgiordania
Dal nostro inviato



ESCLUSIVO
PEACEREPORTER.
Ayman H. Daraghmeh, deputato di Hamas, è stato appena eletto portavoce del movimento islamico in Cisgiordania.
La nomina ha poco a che fare con la sua carriera di parlamentare del Consiglio Legislativo palestinese. Daraghmeh è uno dei pochi deputati di Hamas rimasti in libertà, visto che il suo predecessore è stato arrestato dalla polizia israeliana, nel silenzio di Fatah, il giorno prima. Lo stesso Daraghmeh, da un giorno all'altro, potrebbe seguire i suoi compagni di partito.

Se le venisse offerta una possibilità, in due parole, come spiegherebbe il movimento di Hamas?
Hamas è un movimento di resistenza, che lotta per ottenere la libertà nell'ambito della legge internazionale.
La legge internazionale che vuole per lo stato indipendente di Palestina i confini del 1967, Gerusalemme capitale, il rilascio dei prigionieri politici e il ritorno dei profughi.
Storicamente la Palestina è dei palestinesi, ma noi a queste condizioni accettiamo un compromesso con la politica.
Riconoscere l'esistenza di Israele? Lo decideranno i palestinesi, ma già da tempo i leader di Hamas si sono detti pronti a rivedere le posizioni del passato se i diritti dei palestinesi verranno rispettati.

Dovremmo parlare di politica e di democrazia, ma è difficile in queste condizioni. Ancora un parlamentare palestinese arrestato, sono 45 i deputati in carcere.
Noi abbiamo cominciato il nostro processo democratico nel 2006, nell'ambito di elezioni che tutta la comunità internazionale ha valutato valide. L'ex presidente statunitense Carter le ha definite una delle migliori tornate elettorali nel mondo, in quanto a trasparenza.
Solo Israele non ha gradito il risultato, boicottando il risultato delle urne e dando il via alla violazione del rispetto della sovranità popolare palestinese.
Perché a loro non piacciamo, perché il risultato non era buono per Olmert o per Condolezza Rice. Allora cos'è questa democrazia? I palestinesi hanno eletto i loro deputati, nessuno può ritenere che questi non vadano bene. Eppure nessuno ha imposto a Israele di rispettare le nostre elezioni. Nessuno. Come nessuno chiede a Israele di rispettare le risoluzioni dell'Onu, i confini del 1967 o lo status di Gerusalemme. Nessuno. Israele viola apertamente il diritto internazionale e pretende di parlare di processo di pace mentre manipola la situazione sul terreno, cambiando le carte in tavola a suo favore. Le faccio un esempio: dopo gli accordi di Oslo del 1993, da tanti salutati come un passo verso la pace, Israele ha permesso l'insediamento di mezzo milione di coloni in Cisgiordania.
Questa non è pace.
Non è pace costruire un muro.
Loro dicono che è per la loro sicurezza, ma lo costruiscono sulla nostra terra. Lo stesso accade per le risorse naturali, l'acqua in particolare. Il popolo palestinese è tenuto in carcere.
Si, in queste condizioni si fa fatica a parlare di democrazia. Soprattutto ora, considerando il massacro di Gaza, dove civili innocenti vengono uccisi senza colpa. E la comunità internazionale non muove un dito.
Com'è accaduto sempre, anche durante la Seconda Intifada.
Israele non vuole la pace.
Tutto qui.
Perché Israele non è una democrazia.


In questi giorni, raccogliendo le testimonianze di tanti palestinesi, non si capisce però, vista la situazione internazionali, per quale motivo lanciando i razzi verso le cittadine israeliane voi continuate a offrire un pretesto per operazioni come quella di Gaza.
La questione ruota attorno all'accordo della Mecca. Con il sostegno popolare abbiamo accettato una tregua, per permettere alla popolazione civile di Gaza di migliorare le loro condizioni di vita.
L'accordo prevedeva, in cambio della sospensione degli attacchi contro Israele, l'apertura effettiva dei valichi di Gaza, perché potessero entrare generi di prima necessità per i civili.
In cambio di queste garanzie avremmo sospeso il lancio dei razzi. Il governo israeliano ha violato questo accordo, tenendo sigillata la Striscia di Gaza, portando la popolazione civile allo stremo. E continuando anche gli attacchi contro i civili.
Lo stesso in Cisgiordania.
Non usiamo i razzi perché siamo costretti a farlo per combattere l'assedio e l'occupazione.
Bush, quando è stato eletto, aveva promesso che non avrebbe lasciato la Casa Bianca senza portare la pace in questa regione.
Fosse stato vero, fosse nato lo stato di Palestina, non avremmo bisogno di nessun razzo, mi creda.
Avremmo offerto a Bush la presidenza onoraria della Palestina! Se hanno tutta questa propensione alla pace, e si lamentano dei nostri razzi, non si capisce perché hanno riempito di armi le forze di sicurezza palestinesi, quelle vicine a Fatah, armi che sono state usate contro di Hamas in Cisgiordania.
Questa è pace? No, questo è un accordo con la parte dei palestinesi che fa comodo a Israele, ma che non rappresenta la popolazione civile palestinese. Io credo che sia sempre più evidente il progetto che spesso è trapelato dalla diplomazia israeliana: la Striscia di Gaza annessa all'Egitto e la Cisgiordania annessa al reame di Amman. Noi ci opponiamo a questo disegno.

Quali sono adesso le relazioni tra Hamas e Fatah?
La realtà la conoscono tutti, anche se in tanti tentano di mistificarla. Hamas ha subito un colpo di Stato da parte di Fatah.
L'amministrazione Bush e Israele sono responsabili di quello che è accaduto. Ci sono le prove del sostegno dato a Fatah per rovesciare il risultato delle urne a nostro danno.
In un altro contesto si dovrebbe andare in tribunale perché i responsabili vengano puniti. Invece il colpo di Stato è avvenuto, dividendo la popolazione e stringendo l'assedio a Gaza. Adesso la situazione è quella che conosciamo tutti e i contatti sono quotidiani.
Non è facile, perché le pressioni internazionali non agevolano un accordo, ma almeno a Gaza si è ripreso il dialogo tra noi e Fatah, visto che non sono pochi i combattenti di Fatah che si sono uniti alla resistenza.
Le divisioni politiche vanno messe in secondo piano, perché la nostra gente ci chiede di fermare questo massacro. Non condividerò mai la visione politica di Abbas, tutta appiattita sulla linea egiziana, quindi più interessata alle priorità occidentali che a quelle palestinesi, ma serve una tregua per la popolazione civile. Adesso questa è la priorità e Fatah e Hamas lo sanno.

Crede che senza il controllo capillare esercitato in questi giorni da Fatah in Cisgiordania ci sarebbe stata una sollevazione generale? Sarebbe cominciata la Terza Intifada?
Non lo so, perché alla gente in Cisgiordania è stato negato il diritto di dimostrare liberamente. Solo poche persone, molto controllate.
Tanti sono stati arrestati e minacciati, addirittura sono stati utilizzati gas lacrimogeni contro le manifestazioni di solidarietà alla popolazione civile di Gaza. Ma non potrà durare a lungo.
Se continua questo massacro, la popolazione si solleverà. Anche contro Fatah.

Cosa pensa delle dichiarazioni di alcuni leader del suo partito rispetto al mandato presidenziale di Abbas?
E' ancora il suo presidente, o ritiene esaurito il mandato?
Come ho detto fino a questo momento non è questo il punto della questione. Il suo mandato è scaduto, ma lui si ostina a rimanere.
Penso però che abbiamo cose più urgenti delle quali occuparci ora.

Cosa accadrà adesso? La Striscia di Gaza è a pezzi, mille morti e migliaia di feriti. Cosa pensate di fare a Gaza e in Cisgiordania?
La situazione è drammatica.
La popolazione palestinese continua a vivere in una condizione disumana, come un popolo prigioniero, la cui esistenza è scandita dai check - point israeliani.
Credo che, prima o poi, si arriverà a una nuova tregua. Il presidente Abbas lavora per questo, per sospendere gli attacchi e per alleviare le condizioni della popolazione.
Ma nel lungo periodo non ho grandi aspettative, perché non condivido l'entusiasmo di molti per l'elezione di Obama negli Stati Uniti.
Potrà cambiare qualcosa in Iraq, ma in Palestina l'atteggiamento Usa resterà lo stesso. Un giorno, ne sono certo, anche se non so quando, avremo l'indipendenza, e allora nessuno parlerà più di razzi.

Christian Elia





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14/01/2009
La nave pacifista 'Spirit of Humanity' in viaggio verso Gaza


A bordo sono presenti medici, giornalisti e attivisti per la tutela dei dirittti umani
Alle 10.30 di questa mattina la nave 'Spirit of Humanity' del Free Gaza Movement (Fgm) è salpata da Larnaca, sulla costa meridionale di Cipro.

Senza badare alle minacce di intercettazione da parte israeliana, i passeggeri, tra cui anche diversi medici e giornalisti, sono diretti a Gaza per portare assistenza alla popolazione.
"Lo stato di Israele è obbligato a proteggere la popolazione di cui occupa il territorio" afferma Huwaida Arraf, capo della delegazione diretta a Gaza.
"Ma poiché Israele continua a violare quest'obbligo, noi continueremo a fare tutto il possibile per riuscire a consegnare medicine e cibo, e a trasportare personale medico, giornalisti e persone che si occupano della tutela dei diritti umani, per avere quante più testimonianze possibili della devastazione di cui Israele è artefice".
I medici a bordo della 'Spirit of Humanity' sono tre in tutto e la loro presenza dovrebbe riuscire ad alleggerire almeno parzialmente il carico di lavoro dell'ospedale di Gaza, le cui risorse non sono sufficienti per far fronte a un'emergenza di tale entità.
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La "Spirit of Humanity" parte da Cipro. La stessa missione era stata bloccata dalla marina israeliana il 30 dicembre
Una nave di pacifisti carica di aiuti
fa rotta verso la Striscia assediata
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CIPRO - I pacifisti del Free Gaza Movement ci riprovano. Oggi è partita da Larnaca, Cipro, la nave Spirit of Humanity, carica di aiuti umanitari e con a bordo medici, giornalisti, operatori umanitari e parlamentari europei che tenterà di aggirare il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza via mare. Un tentativo che già una volta, il 30 dicembre, è stato impedito dalle autorità israeliane.

A tre giorni dall'inizio dell'attacco alla Striscia, la nave Dignity era stata speronata dalle imbarcazioni militari della Marina israeliana ed era dovuta riparare a Tiro, in Libano, scortata da navi della missione Onu Unifil e da quelle della marina libanese. In quell'occasione il ministero degli Esteri israeliano aveva spiegato che l'intervento - descritto dagli attivisti come "molto violento" - era motivato dal fatto che la nave era piena di giornalisti (era a bordo anche una troupe della tv araba Al Jazeera) e la sua missione costituiva un "atto di provocazione e propaganda".

Fra agosto e dicembre 2008, il Free Gaza Movement aveva già sfidato con successo il blocco israeliano cinque volte, consegnando la prima spedizione internazionale nel porto di Gaza dal 1967.


In Libano la nave è stata riparata e oggi è salpata nuovamente.

Le motivazioni della missioni sono spiegate da Huwaida Arraf, co-organizzatore del Free Gaza Movement con l'urgenza della situazione umanitaria della popolazione di Gaza: "Non possiamo solo sederci ed aspettare che Israele decida di interrompere le uccisioni e di aprire i confini affinché gli operatori umanitari possano intervenire. Noi stiamo arrivando. Visto che gli Stati e gli organismi internazionali responsabili nell'arrestare tali atrocità hanno scelto di essere impotenti, allora noi - i cittadini del mondo - dobbiamo agire. La nostra comune umanità comune non richiede niente di meno."

I pacifisti hanno comunicato alle autorità israeliane la nuova missione: " La nostra imbarcazione batterà bandiera greca e ricadrà nell'ambito della giurisdizione della Grecia - si legge nel comunicato alle autorità israeliane - Navigheremo dalle acque cipriote in acque internazionali, poi direttamente nelle acque territoriali della striscia di Gaza senza penetrare o avvicinarsi alle acque territoriali israeliane. Contiamo di arrivare al porto di Gaza martedì 13 gennaio 2009. Trasporteremo
rifornimenti medici urgenti necessari in imballi sigillati confezionati all'aeroporto internazionale di Larnaca ed al porto di Larnaca. Ci saranno a bordo 30 persone fra passeggeri ed equipaggio, fra loro membri di vari Parlamenti Europei e vari medici".

Una nave dall'Iran
Una nave iraniana con aiuti umanitari per la popolazione si sta intanto avvicinando alla Striscia di Gaza, secondo quanto ha annunciato oggi Teheran. "Una nostra nave è passata per Port Said (in Egitto, ndr) e ora si sta dirigendo verso Gaza", ha detto Hassan Qahqavi, il portavoce del ministero degli Esteri, senza precisare come l'unità potrà attraccare con i combattimenti in corso. Qashqavi ha aggiunto che l'Iran intende inviare aiuti anche via aereo e ha sottolineato che un velivolo cargo è già atterrato, presumibilmente in Egitto.

(12 gennaio 2009)

lunedì 12 gennaio 2009

12 GENNAIO L'ITALIA E GAZA

Gaza vicina a mille morti. Israele: anche fosforo nelle bombe
di RACHELE GONNELLI
Il consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato lunedì una risoluzione di «forte» condanna dell'operazione militare israeliana a Gaza, denunciando le «massicce» violazioni commesse ai danni dei palestinesi. Nella risoluzione del consiglio si è deciso anche di inviare una missione d'inchiesta indipendente per indagare su tutte le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale contro il popolo palestinese. Dei 47 rappresentanti di altrettanti paesi però, hanno votato a favore solo 33 Paesi asiatici, arabi e latinoamericani. Mentre i 13 paesi europei e occidentali - tra cui l'Italia - si sono astenuti, e il Canada è stato l'unico Paese ad aver votato contro. Il documento di quattro pagine chiede la revoca del blocco della Striscia di Gaza, l'apertura di corridoi umanitari ed il libero accesso della stampa nelle zone di conflitto tramite appositi corridoi. e si pronuncia anche contro il lancio dei razzi palestinesi verso Israele. Ma per la Ue, la Svizzera, il il Camerun e l'Ucraina che si sono astenuti il testo - ha spiegato l'ambasciatore della Germania -affronta un solo aspetto del conflitto e ricorre a termini che l'Ue non condivide.

Continuano nel frattempo ad arrivare conferme dell'uso a Gaza di armi chimiche micidiali, proibite dalle convenzioni internazionali, da parte di Israele.

«Sono bombe fumogene, ma un pò di fosforo nelle munizioni c'è». È questa la prima ammissione, arrivata lunedì da una fonte israeliana citata dalla Radio svizzera italiana, sull’uso di bombe al fosforo bianco, le micidiali "Willy Peter" come vengono chiamate nel gergo militare dalle iniziali di "whitephosphorus". La fonte non ha fornito informazioni sulla quantità di fosforo bianco presente nelle munizioni usate da Israele.

Il direttore dell'ospedale Dar al-Shifa di Gaza, il dottor Hussein Ashour, ha assicurato che la natura delle ferite riscontrate sui corpi di alcuni morti e feriti che vengono ricoverati nel suo ospedale non sono di tipo "tradizionale". Secondo il dottor Ashour, un suo collega norvegese - Dagfinn Bjorklid - impegnato nello stesso ospedale, e che in precedenza aveva lavorato in Iraq, gli avrebbe confidato che, a suo parere, le ferite riportate dai pazienti ricoverati dimostrerebbero chiarametne come l'esplosivo utilizzato in questi giorni da Israele negli attacchi su Gaza contengano sostanze cancerogene. Bombe "sporche", armi chimiche proibite dalla Convenzione di Ginevra contro la popolazione, come il fosforo bianco (nella foto un lancio di oggi).

Domenica anche l'organizzazione umanitaria “Human Rights Watch” ha accusato le forze israeliane di avere fatto uso di munizioni al fosforo bianco. Hrw ha denunciato, nel suo rapporto, che l'uso del fosforo bianco è stato accertato dai suoi ricercatori nel corso dei bombardamenti del 9 e 10 gennaio scorso su alcuni quartieri di Gaza, come il campo profughi di Jabaliya.

La città di Gaza ha vissuto una notte che non ha avuto precedenti neppure in queste due settimane di aggressione israeliana, iniziata il 27 dicembre scorso: i bombardamenti sono stati incessanti, con aerei cacciabombardieri F16, elicotteri d'assalto "Apache", aerei senza pilota – i droni -, artiglieria pesante da campagna e cannoni navali. E domenica nel cielo di Gaza e Jabalya sono tornate anche le strisciate nel cielo delle caratteristiche bombe al fosforo bianco simili a macabri fuochi d’artificio. Le truppe, alle quali sono stati affiancati anche i riservisti da ieri, sembra stiano sferrando l’ultima accelerata per penetrare nel centro di Gaza dove si sono rifugiati gli abitanti in fuga dai quartieri più periferici.

Gli aerei israeliani hanno lanciato migliaia di volantini sulle strade di Gaza City per avvertire che le case devono essere abbandonate perchè potrebbero essere bersagliate dalle bombe, ma gli abitanti non possono fuggire in nessun altro luogo e il centro di Gaza City rischia di diventare una trappola per topi e il bagno di sangue finale.

Secondo il dottor Mouawiya Hassanein, i morti lunedì sono già 905 dopo il decesso di 15 palestinesi in mattinata. Tra le vittime, ha detto il medico, ci sono 277 bambini, 95 donne e 92 anziani. Inoltre gli attacchi israeliani, cominciati il 27 dicembre, hanno provocato il ferimento di 3.950 palestinesi.

Durante la pioggia di bombe di domenica sulla frontiera con la Striscia di Gaza alla ricerca dei tunnel nei quali passano rifornimenti e munizioni per Hamas sono rimasti feriti anche due ufficiali delle forze di sicurezza egiziane che si trovavano presso la linea di confine. I due ufficiali sarebbero rimasti colpiti dalle schegge di alcuni missili impiegato nel bombardamento effettuato dalle forze israeliane lungo il versante palestinese del confine. Il bombardamento ha anche causato il ferimento di due bambini egiziani: una bambina di 5 anni, Fatima Attiya, ed un bimbo di 2, Muhammad Galal: entrambi vivono nella città egiziana di Rafah (tagliata a metà dalla linea di confine, ndr) ed inoltre ha danneggiato numerose abitazioni; gli obiettivi del bombardamento israeliano erano a soli 400 metri dal confine egiziano. Lo riferiscono i giornali egiziani.

L'organizzazione fondamentalista egiziana dei Fratelli Musulmani – semilegale in Egitto e “organizzazione madre” di Hamas - ha chiesto alla Corte penale internazionale di processare il governo israeliano per crimini di guerra. Il movimento radicale ha inoltre invitato i giuristi arabi e islamici e le associazioni internazionali di avvocati a mobilitarsi per far processare Israele per aver violato tutte le convenzioni internazionali sui conflitti e la protezione dei civili.

Ma anche il governo del Marocco ha condannato con fermezza la guerra israeliana nella Striscia di Gaza, in un messaggio indirizzato al Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra, durante la sua nona sessione straordinaria sulla situazione a Gaza. Rabat ha denunciato l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele e ha espresso la sua solidarietà ai civili di Gaza.

Dopo i razzi partiti dal territorio libanese contro Israele nei giorni scorsio, l'esercito israeliano ha denunciato che le sue truppe dislocate nelle Alture del Golan avrebbero subito ieri il tiro di armi leggere proveniente dalla Siria, ma senza che si registrassero feriti. L'incidente è stato subito riferito al contingente Onu schierato sulla linea dell'armistizio sin dal termine della Guerra del Kippur del 1973.

L'uccisione di civili e di bambini, è la convinzione di Massimo D'Alema in una intervista di lunedì a Redtv, «avrà un enorme peso politico perchè quello che sta accadendo a Gaza dal punto di vista del fondamentalismo è uno straordinario incoraggiamento ad una campagna di reclutamento in una logica di un guerra santa all'Occidente». L'ex vice premier ribadisce la sua «avversione contro il fondamentalismo di Hamas» ma «il problema non è Hamas perchè noi non siamo alleati di Hamas. Il problema è cosa fa l'Europa, gli Stati Uniti e Israele per non fare il gioco del fondamentalismo che uscirà rafforzato mentre saranno indebolite le leadership moderate». «Guerra contro Hamas è un'espressione partigiana dell'esercito israeliano – ha detto l’ex ministro degli esteri italiano - Si tratta di una vera e propria spedizione punitiva dove sono stati uccisi già circa 300 bambini. Come si combatte il fondamentalismo? Con il massacro di bambini il fondamentalismo si rafforza».

Lunedì in Egitto prosegue la mediazione triangolare tra Hamas e Israele con per intermediario Omar Suleiman, capo dei servizi segreti egiziani.

Il governo egiziano ritiene che sianoi stati compiuti progressi nei colloqui con Hamas, secondo quanto riferito dall'agenzia ufficiale Mena. In particolare viene definito «positivo» l'incontro tra il capo dei servizi segreti egiziani, Omar Suleiman, e la delegazione di Hamas al Cairo. L’agenzia Mena cita fonti del governo. Suleiman nell'incontro di ieri ha ribadito i punti chiave della
proposta avanzata dal presidente egiziano Hosny Mubarak: immediato cessate il fuoco, nuova tregua con Israele e riconciliazione tra Hamas e Fatah, il movimento del presidente di Anp Mahmoud Abbas. Dovrebbero proseguire oggi i colloqui al Cairo tra Suleiman e la delegazione di Hamas guidata da Emad al-Alami e da Mohammed Nasr. Mentre c'è stato uno stop per quanto riguarda Israele. Amos Gilad, consigliere politico e diplomatico del ministro della difesa Ehud Barak, ha rinviato gli incontri - a quanto si apprende - di almeno un giorno.



12 gennaio 2009

sabato 10 gennaio 2009

RAZZI VERI RAZZI FINTI?

OLOCAUSTO di Gaza: nella pianificazione rientra la distruzione dell'informazione.tommy Postato il 2-gen-2009 22.18 Link a questa discussione

tommy2000it
Roma, RM
Post n.: 13
L'unico e vero obiettivo di israele, ovvero il totale annichilimento del Popolo Palestinese, nella sua esistenza, dignità, identità e memoria, non può essere raggiunto in tempi brevi senza il controllo dell'informazione. Troppe proteste, troppi pacifisti tra i piedi, troppo schifo verso israele e i suoi abitanti che, al 95% hanno sempre approvato i suoi crimini di guerra, ieri contro il Libano e oggi contro Gaza, (all'80% approvano i bombardamenti indiscriminati e gli “effetti collaterali” senza nessuna riserva).
Il controllo dell'informazione è TOTALE. I messaggi che vengono fatti passare nei media di tutto il mondo sono completamente asserviti alla propaganda israeliana (la “giusta reazione ai razzi di Hamas”), anche tramite bocca degli esponenti politici locali, ridotti a marionette drogate. Il “dibattito” nel mondo “civile” non verte su come fermare l'Olocausto Palestinese, ma su quanto dura può essere la sacrosanta mattanza di israele, e quanto debba durare.

Ancora l'informazione viene guidata e plasmata agli eventi con incredibile sincronismo e uniformità A LIVELLO MONDIALE.
Adesso questo Olocausto viene chiamato “guerra”. La visione che viene fatta passare ora sarebbe la seguente due contendenti che si contrappongono: da una parte Hamas che non vuole smettere di lanciare razzi, dall'altra israele che ha “il diritto di difendersi”.

Questa “visione” è ancora peggiore dello stravolgimento della realtà. Ancora peggiore dell'allucinante scambio tra vittime e carnefici, tra chi si difende e chi attacca, tra i bambini palestinesi che muoiono sotto le bombe, e i bambini chi scrivono gli “auguri di natale” su quelle stesse bombe.

Questa non è una “guerra” in ogni caso, anche invertendo i ruoli ai legittimi posti. Non si possono in ogni caso paragonare gli F16 e le armi di distruzione di massa con razzi che non sono riusciti a fare più danni dei petardi di capodanno sparati a Napoli. E, guarda caso, mentre israele distrugge di tutto: case, moschee, scuole, asili e ospedali, dimostrando di aver raggiunto il più completo e capillare controllo sul territorio, arrivando persino alla crudele pratica delle telefonate mafiose nelle case che dovranno essere abbattute, chissà come mai, in questo contesto, i razzi che Hamas sarebbe riuscita a sparare, aumentano di numero e potenza!!!!

In ogni caso questa non è una guerra, è una strage contro un popolo inerme: il vero obiettivo di israele.

israele non si sta difendendo, ma sta perseguendo il suo progetto di distruzione e di morte, necessario per la sua esistenza.
israele, così com'è concepito, come stato basato sul monopolio razziale, può sopravvivere solo tramite la negazione e la distruzione dell' “altra parte”.. Così come la storia ci ha mostrato per gli altri stati che si sono basati sul monopolio razziale.
Nel progetto di morte e nella campagna di legittimizazione dell'Olocausto in atto, i razzi di Hamas non possono mancare.

venerdì 9 gennaio 2009

Cluster bombs e bombe al fosforo bianco. Esattamente le stesse che l'esercito di Tsahal utilizzò nell'ultima guerra in Libano, e l'aviazione USA a Falluja, in violazione delle le norme internazionali. Dinnanzi all'ospedale Al Auda siamo stati testimoni e abbiamo filmato dell'utilizzo di bombe al fosforo bianco, a circa cinquecento metri da dove ci trovavamo, troppo lontano per essere certi che sotto gli Apache israeliani ci fossero dei civili, ma troppo tremendamente vicino a noi. Il Trattato di Ginevra del 1980 prevede che il fosforo bianco non debba essere usato direttamente come arma di guerra nelle aree civili, ma solo come fumogeno o per l'illuminazione. Non c'è dubbio che utilizzare quest'arma sopra Gaza, una striscia di terra dove si concentra la più alta densità abitativa del mondo, è già un crimine a priori. Il dottor Abdel mi ha riferito che all'ospedale Al Shifa non hanno la competenza militare e medica, per comprendere se alcune ferite di cadaveri che hanno esaminato siano state prodotte effettivamente da proiettili al fosforo bianco. A detta sua però, in venti anni di mestiere, non ha mai visto casi di decessi come quelli portati all'ospedale nelle ultime ore. Mi ha spiegato di traumi al cranio, con fratture a vomere, mandibola, osso zigomatico, osso lacrimale, osso nasale e osso palatino che indicherebbero l'impatto di una forza immensa con il volto della vittima. Quello che ha detta sua è totalmente inspiegabile, è la totale assenza di globi oculari, che anche in presenza di traumi di tale entità dovrebbe rimanere al loro posto, almeno in tracce, all'interno del cranio. Invece stanno arrivando negli ospedali palestinesi cadaveri senza più occhi, come se qualcuno li avesse rimossi chirurgicamente prima di consegnarli al coroner. Israele ci ha fatto sapere che da oggi ci è generosamente concessa una tregua ai suoi bombardamenti di 3 ore quotidiane, dalle 13 alle 16. Queste dichiarazioni dei vertici militari israeliani vengono apprese dalla popolazione di Gaza, con la stessa attendibilità dei leaders di Hamas quando dichiarano di aver fatto strage di soldati nemici. Sia chiaro, il peggior nemico dei soldati di Tel Aviv sono gli stessi combattenti sotto la stella di Davide. Ieri una nave da guerra al largo del porto di Gaza, ha individuato un nutrito gruppo di guerriglieri della resistenza palestinese muoversi compatto intorno a Jabalia e ha cannoneggiato. Erano invece dei loro commilitoni, risultato: 3 soldati israeliani uccisi, una ventina i feriti. Alle tregue sventolate da Israele qui non ci crede ormai nessuno, e infatti alle 14 di oggi Rafah era sotto l'attacco degli elicotteri israeliani, e a Jabalia l'ennesima strage di bambini: tre sorelline di 2, 4, e 6 della famiglia Abed Rabbu. Una mezz'ora prima sempre a Jabilia ancora una volta le ambulanze della mezzaluna rossa sotto attacco.Eva e Alberto, miei compagni dell'ISM, erano sull'ambulanza, e hanno videodocumentato l'accaduto, passando poi i video e le foto ai maggiori media. Hanno gambizzato Hassan, fresco di lutto per la morte del suo amico Araf, paramedico ucciso due giorni fa mentre soccorreva dei feriti a Gaza city. Si erano fermati a raccogliere il corpo di un moribondo agonizzante in mezza alla strada, sono stati bersagliati da una decina di colpi sparati da un cecchino israeliano. Un proiettile ha colpito alla gamba Hassan, e ridotto un colabrodo l'ambulanza. Siamo arrivati a quota 688 vittime, 3070 i feriti, 158 i bambini uccisi, decine e decine i dispersi. Solo nella giornata di ieri si sono contati 83 morti, 80 dei quali civili. Il computo delle vittime civile israeliane, fortunatamente, è fermo a quota 4. Recandomi verso l'ospedale di Al Quds dove sarò di servizio sulle ambulanze tutta la notte, correndo su uno dei pochi taxi temerari che zigzagando ancora sfidano il tiro a segno delle bombe, ho visto fermi ad una angola di una strada un gruppo di ragazzini sporchi, coi vestiti rattoppati, tali e quali i nostri sciuscià del dopoguerra italiano, che con delle fionde lanciavano pietre verso il cielo, in direzione di un nemico lontanissimo e inavvicinabile che si fa gioco delle loro vite. La metafora impazzita che fotografa l'assurdità di questa di tempi e di questi luoghi.
Restiamo umani.
Vik